Siamo a pochi giorni dalle elezioni comunali palermitane e veramente non so ancora per chi votare. D’altronde sono tutti amici miei, chi potrei mai scontentare?
Cari amici degli amici, ormai ci siamo.
Mancano soltanto pochi giorni, ballottaggio escluso e sapremo, finalmente (yuuu uh), chi sarà il prossimo sindaco di Palermo, anzi dell’area Metropolitana di Palermo.
Nella noia più totale sono passati i mesi che hanno avvicinato la città all’evento più atteso dalle tipografie: le elezioni. Nessuno scoop, nessun colpo di scena, qualche colpo di scopa, i soliti annunci di querele tra candidati e nulla più.
Siamo a pochi giorni dal voto e veramente non so ancora per chi votare. D’altronde sono tutti amici miei, chi potrei mai scontentare?
Ieri ad Isnello, il discorso di “arrivederci”, anzi di abdicazione, di Pino Mogavero, storico ed incontrastato “Lìder” della comunità madonita.
Pino Mogavero, piazza Mazzini, 4 giugno 2017, giorno dell’abdicazione
Amici ed amiche, come si direbbe ad un comizio che si rispetti, ieri sera, dopo 35 anni di politica attiva e 25 da amministratore , Pino Mogavero, stella del firmamento, e non lo scrivo a caso, ha ufficialmente abdicato al ruolo di Sindaco di Isnello. Abdicato, un termine che pure non uso a sproposito. Mogavero infatti è il bello ed il cattivo tempo della comunutà, l’uomo ovunque, immagine riconosciuta e riconoscibile di questo paese, piccolo, come ama ribadire il suo possibile successore Marcello Catanzaro, ma cazzuto.
Con Pino ci siamo cresciuti un po’ tutti, vuoi per il suo ruolo medico, vuoi perchè fa pure il ginecologo, vuoi perchè in paese ci si conosce tutti, nella storia di Isnello, il suo percorso, in ogni caso, resterà impresso. Un uomo a cui hanno dedicato un asteroide, non scherzo e ultimamente una pizza, qua scherzo, ma non troppo (pizzeria La Brace, pizza “Gal Hassin”).
25 anni, ci sono Re, Imperatori e Papi che sono durati molto meno. 25 anni fatti di politica, polemica e parzialità, e non lo dico come accezione negativa, anzi, bisogna riconoscere, con una certa invidia, la costanza con cui ha perseverato nel mantenere la sua visione sempre parziale, sia nelle scelte che negli uomini. Perché appunto, all’Imperatore Isnellese, tutto si può dire, tranne di essere stato un incoerente.
Burbero, scontroso e non avezzo all’incontro con la piazza. Uno stile quasi da “macho” della politica, irreplicabile per certi aspetti. Un uomo da saloon piuttosto che da salotto, all’estremo opposto a qualsiasi regola dell’immaginario da politico all’italiana. Niente “carissimo”, niente sorrisi e strette di mano, figuriamoci baci sulla fronte a bambini issati su da genitori in cerca di miracolo, al massimo un “vaffanculo” a denti stretti, tra una tirata di sigaretta e l’altra, mentre spulcia distrattamente un documento, una ricetta medica o l’ultima lettera di congratulazioni ricevuta dalla Nasa.
Insomma uno a cui orgogliosamente non gliene fotte nulla del prossimo, inteso come elettore (della coltivazione dell’elettorato, mi correggo) , ma che è riuscito a crearle un dominio sul territorio di cui dovremo tenerne conto prossimi 20 anni.
Sicuramente, per esempio, per l’ostinazione che lo ha portato a realizzare, tra le frasche delle Madonie, un Parco Astronomico, “Gal Hassin” ritenuto dalla comunità scientifica internazionale, di importanza strategica per la ricerca. Un polo, come ha sottolineato ieri dal palco di Piazza Mazzini lo stesso Mogavero, in grado di pesare sull’intero futuro di Isnello. E la cosa stupefacente è che ha ragione! Volente o nolente questa struttura ormai esiste e sarà sempre al centro del dibattito cittadino in futuro, anche perché, pensate un po’, sarà lui, con molta probabilità, a gestirla. Come già nel presente e nel passato. Insomma, come ha tenuto a precisare nell’addio commosso, Lui ci sarà. Per sempre, nell’eternità. Che lo vogliate o no.
“Il candidato locali locali”, così lo apostrofò un servizio di Zoro nel 2012, era ormai ad un bivio: tornare a lavorare fino alla pensione o cercare una pensione per cui lavorare
“Il candidato locali locali“, così lo apostrofò un servizio di Zoro nel 2012 (tolleranza Zoro puntata 82), era ormai ad un bivio: tornare a lavorare fino alla pensione o cercare una pensione in cui andare a lavorare. Optò per la seconda. Organizzò un comitato di persone che rinominò i “coraggiosi”. Preparava così il ritorno al suo primo amore: la carica di Sindaco di Palermo.
Devo fare una piccola nota, probabilmente vi starete chiedendo in che consistesse il coraggio, se nello schierarsi con un deputato dimissionario o nel chiamarsi proprio coraggiosi. Questo però, non lo sapremo mai. Nasce così un nuovo Fabrizio, quello della solitudine coraggiosa, pronto ad investire risorse e persone, nel tentativo di non finire schiacciato dal peso della memoria.
Il Direttore Generale della Treccani ed ex Ministro della Cultura, Massimo Bray, ha sciolto le riserve: non si candiderà a Sindaco di Roma
E siamo arrivati alla fine di questa telenovela. Massimo Bray, com’era ormai nell’aria, ha deciso di non accettare gli appelli e le sirene per una candidatura su Roma. Dietro ai monitor, cittadini e politici, ci hanno sperato, almeno fino a due ore fa, quando, con il commento che allego sotto, ha definitivamente chiuso la questione.
Attenzione però, Bray è una persona di estrema raffinatezza, dietro a quelle parole si nasconde un evidente desiderio di fare qualcosa, è un testo che dice molto di più che una semplice rinuncia.
Ha fatto bene o ha fatto male? Questo sarà il tema delle prossime ore.
Intanto noi, io, non resteremo a guardare.
Ringrazio le donne e gli uomini che in questi giorni mi hanno chiesto di candidarmi alle elezioni per sindaco di…
Un appello, petizione, per convincere Massimo Bray a candidarsi alle prossime elezioni amministrative
Lo so, non sono di Roma e forse può sembrare poco interessante occuparsene. Ma Roma è la capitale, anche la mia. Vederla depredata e ammalata mi infastidisce. Ecco perché ho sottoscritto e vi chiedo di sottoscrivere questa petizione per Massimo Bray, perché voglio fare qualcosa.
#unafirmaperBray #massimobray
A Roma la destra fa le primarie(!?!) e non si capisce chi vince. A Palermo Orlando comunica di volersi candidare per la sesta volta
Alla fine non ho ancora capito chi cabbaso è il candidato del centrodestra a Roma. Così come non si è capito chi vuole veramente vincere dalle parti della Sinistra, anzi quella un po’ più al centro. Ma ancora più straordinario è il Movimento, che dichiara un complotto dove l’obiettivo non è farli perdere, ma vincere.
Chapeau.
E complimenti a questo punto anche a noi che ci lamentavamo delle primarie patacca di Palermo, dove i candidati erano un ex Europarlamentare (sorella di uno dei magistrati simbolo d’Italia), uno che poi è diventato sottosegretario, una che ci mette sempre la faccia ed un giovane coraggioso, uscito da una costola sudante, di quello che poi è diventato l’attuale, non attualissimo, Sindaco di Palermo. Una competizione divenuta senza avversari e finita pure al doppio turno. Per dire…
Che poi diciamocela tutta, tornerà a vincere pure la sua quinta volta su sei, dato che i concorrenti al momento sono un forzista che vuole candidarsi con l’appoggio della Sinistra e altri due di destra che vogliono, pensate un po’ che assurdità, candidarsi con la destra.
Tu chiamale però, solo se vuoi, #elezioni
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