Smettetela di camminare e iniziate a guardare

Smettetela di camminare e iniziate a guardare

Smettetela di camminare e iniziate a guardareAvete tempo di saltare, contare passi e scrivere merda, se restare indifferenti, come ogni giorno, risparmiatevi un lutto.

Nessuno ha bisogno di slogan, citazioni e spot vuoti della memoria. Nessuno, ripeto nessuno, è interessato a leggere e commemorare.

Non interessa a nessuno sentirsi ripetere che le idee camminano sulle gambe della gente, anche perché, ci deve essere stato ancora un problema di malasanità. Qua tutti zoppi sono rimasti.

E allora, avete voglia di sparare nel mucchio, di centrare bersagli nel vuoto, di immaginare cerchi nel campo di grano della memoria.

Non interessa a nessuno fino a quando pagherete ancora il pizzo, non denuncerete un abuso, non vi opporrete al malcostume, sì, anche quello è una montagna di lercio che ogni giorno attraversa immune il vostro sguardo.

E allora smettetela di camminare. Iniziate a guardare, a sorprendere il vostro sogno incantato, di immaginare una coscienza che si pulisce con le parole. Fermatevi, fatelo adesso.

Fatelo ogni volta che siete in grado di fare qualcosa e invece, indifferenti, passate oltre.

Non è con una sconfitta che si celebra la dignità. Basta con i premi, basta con i social, basta con le parole che non hanno mai senso nel rivedervi ogni giorno allo specchio.

Siate fieri di qualcosa che avete fatto, non di qualcosa che altri hanno fatto. Siate fieri di non aver detto, di non aver soltanto condiviso.

Ecco, anche oggi, risparmiatevi un lutto.

L’antimafia a consumo

La lotta alla mafia è un impegno personale che va preso seriamente, non come momento antimafia a consumo

In questi ultimi mesi, forse addirittura nell’ultimo anno, ho mostrato assoluta “indifferenza” verso le ricorrenze e celebrazioni promosse dal cosiddetto mondo antimafia, quello a consumo.
Chi mi conosce si ricorderà il tempo e le parole che ho dedicato alla diffusione del “sentimento antimafioso”, dell’impegno per la legalità, della ricerca della verità.

Questo però non è un momento autocelebrativo dunque passerò immediatamente alla questione di cui vorrei parlarvi oggi.

Colgo, a malincuore, l’occasione della scomparsa di Agnese Borsellino per togliermi questo peso “enorme” dallo stomaco che, pur essendo abbastanza capiente, non riesce a contenere oltre la rabbia e la delusione che provo.

Questa nota era indirizzata esclusivamente ai blogger di questo sito (fascioemartello), poi però ho pensato che sarebbe stato corretto renderla pubblica.

Per tanti anni sul nostro blog abbiamo scritto fiumi di parole sull’antimafia, su quanto fosse giusto e consapevole spendersi in favore della legalità. Abbiamo partecipato a decine di manifestazioni ed eventi e non abbiamo MAI e ribadisco MAI nascosto la nostra faccia.

Sono ancora convinto dell’importanza di tutto ciò, nonostante la “fede partecipativa”, com’anche la passione, sia affievolita.

In questi giorni non ho scritto una riga che riguardasse La Torre, Impastato, Falcone, etc etc. Attenzione, non perché me ne fossi dimenticato, volevo che fosse evidente che il nostro sito non trattasse l’argomento.

Non vi nascondo quanto sia stato turbato da questo. Va contro i miei principi, contro la mia volontà contro qualsiasi cosa abbia detto in questi anni. E vi giuro, vorrei avere quella spinta che da sempre, pioggia/caldo/vento, mi e ci portava ad urlare nelle piazze e nei cortei. Vorrei ancora commuovermi per un gesto come l’alzata al cielo dell’agenda rossa, ma non posso.

Ormai è palese quanto il movimentismo antimafia sia sempre più sottobosco di arrivismo e mistificazione, strumento per ottenere qualcosa; che siano finanziamenti, incarichi politici o candidature poco cambia.

I “fedeli”, “i fessi”, vengono usati per alimentare l’immagine di pochi. Per alcuni siamo il marketing perfetto. Numeri da elencare per ottenere qualcosa, teste indossatrici di cappelli e consumatori affamati di merchandising.

Sono stanco di stare al loro gioco, di sacrificare il mio tempo ed i miei sentimenti. Sono stanco di veder morire i buoni propositi in cambio di omaggi personali.

Non è “il fresco profumo di libertà” quello che sento. E’ il continuo olezzo dell’opportunismo e della messinscena.

L’antimafia non può continuare ad essere la mortificazione delle coscienze, non può continuare ad essere parole per l’esercizio dell’ego, non può continuare ad essere consumismo di buoni propositi. Insomma non può continuare ad essere quello che è diventata.

So che scatenerò delle polemiche che mi investiranno pesantemente. Me ne assumo la responsabilità consapevolmente pretendendo però, il rispetto del libero pensiero.

Siamo la gente ed il potere ci temono, ma unn’amu a fare chiu’ pigghiari pu culu.

Scritto per fascioemartello.it il 6 maggio 2013