Un piccolo episodio di famiglia

Storie di ordinario fascismo

Diciamocelo, il ritorno del fascismo è irreale, ma i fascisti no.

Ci saranno sempre.

In quest’Italia, e non solo, cI sarà sempre quella voglia di tornare ad una dittatura; morale, fisica, violenta. Potrà essere di parole, speriamo mai di fatti, ma quella voglia, quel sentire, che chiamiamo “fascismo”, forse, non è ancora stato debellato. E’ una legge fisica di ritorni, di ricordi e di profonda immaturità di questo paese.

E’ una storia  di famiglia, sconosciuta, forse, anche alla diretta interessata.

Ricordo gli ultimi mesi prima della nascita di mia sorella Claudia, la piccola. Siamo nel 1989 e mio nonno, anche lui Carmelo, contadino e di sinistra, che aveva vissuto gli ultimi anni del ventennio a Roma, presso il Ministero degli Interni, intento nel supplicare mia madre sulla scelta del nome della nascitura.

Io non capivo, ma leggevo una strana tensione nella sua voce, avevo poco più di 9 anni, ed era per me insolito assistere ad una discussione del nonno preoccupato per cose così “stupide”.

Miriam, era il nome designato per la prossima della famiglia e ricordo lo sbigottimento e le risatine alle parole di mio nonno: “tu non puoi sapere” diceva, “non lo puoi sapere se un giorno torneranno i nazisti ed i fascisti!”

Evitate, non vi costa nulla.

Sembravano parole irragionevoli, dette da un nonno in preda ad un terrificante ricordo da emigrato in Germania e poi costretto dai fascisti a vivere a Roma per campare. Le parole di un folle anziano che aveva fatto la guerra, la seconda e che nella prima ci aveva perso un fratello. Un vecchio, che non si rassegnava al progresso, al nuovo, al futuro. Soprattutto nei mesi successivi alla caduta del muro di Berlino.

Eppure, lette adesso, fanno quasi paura. Fa tremare le gambe non vedere l’uomo imparare dagli errori, anzi, dall’orrore.

L’orrore che faceva vivere i nostri nonni, che il ventennio lo vissero con la fame e la povertà, nel ricordo e col presagio di un futuro di ritorno.

Ecco, forse loro gli italiani, quelli “veri”, li conobbero sul serio e 45 anni dopo ne avevano ancora paura.

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