Luigi Maria Burruano e ho detto tutto

Unico, immenso e irripetibile. Dalle canzoni con Alamia e Sperandeo, di cui voglio sicuramente ricordare “Fofò“, al cinema al teatro.

Burruano era l’espressività più estrema, la faccia del cinismo e la brutalità del Palermitano come noi soltanto lo conosciamo.

Strafottente, un po’ cafone (fingeva di esserlo), ed allo stesso tempo raffinato, di cultura, quella vera e di strada. Un grande, grandissimo caratterista che se ne va.

Un mito.

Eccezionale nel suo genere. Capace di far sorridere, sognare e incantare. Persino quando fu arrestato nel 2006, riuscì a sorprendere tutti; lo trovarono a sorseggiare una birra al bar, poco dopo aver accoltellato il genero, colpevole, disse, di esasperare la moglie e di non pagare gli alimenti ai tre figli. Finì ai domiciliari e patteggiò una pena a 16 mesi.

Lo perdonarono tutti e tornò sul grande e piccolo schermo.

Oggi, a soli sessantanove anni ci ha lasciato, con la certezza d’aver svuotato questa città della sua arte, della sua ironia.

Burruano: alla salute!

Viviemu!

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