Retroscena for dummies atto secondo

Lega contro tutti (2° tempo)

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Eravamo rimasti con Carlo Cottarelli, incaricato di formare il “governo del Presidente”, viene convocato il 29 maggio alle ore 16.30 per discutere un’eventuale lista di Ministri.

Cottarelli accettaIl Pd, finora silente, va in soccorso di solidarietà si schiera con Mattarella, per gli insulti che intanto piovono dal web, ma si asterrebbe da un eventuale voto di fiducia sul nuovo esecutivo.

Si asterrebbero anche Forza Italia e Fratelli d’Italia, nessuna notizia da Liberi e Uguali. Sempre sul pezzo.

La sera del 29 maggio dunque, la nomina di Cottarelli  viene congelata a sorpresa. Colpisce nel segno anche la notizia di una nuova apertura al Colle da parte del Movimento Cinque Stelle. Salvini, sull’onda delle dichiarazioni di Di Maio, riapre anch’esso la discussione per la nascita dell’ormai noto governo del cambiamento.

Carlo Cottarelli a colloquio da Mattarella, nella serata del 29, quando ormai avrebbe dovuto consegnare la lista dei Ministri, stoppa tutto, su consiglio dello stesso Presidente, in attesa di capire se Lega e M5S si decideranno a chiudere la partita politica.

Viene annunciata una nuova convocazione per il due giorni premier nella mattina del 30 di maggio.

Mai visto niente del genere.

Retroscena

Salvini a conti fatti se si andasse alle urne già dopo agosto, potrebbe diventare il capo del centrodestra e Premier con la maggioranza assoluta anche senza il Movimento Cinque Stelle.

Ecco spiegato il motivo per cui non ci sarebbe mai stata la volontà di spaccare la coalizione con Forza Italia e Fratelli d’Italia, che, alle condizioni attuali, con i sondaggi tutti a favore e con Silvio riabilitato, consentirebbero a una vittoria assoluta al centrodestra.

Ecco perché non c’è interesse da parte della Lega a mantenere vivo il sentimento d’accusa su Mattarella che però a questo punto mette in forte imbarazzo il Movimento tutto, complice, per compiuta scarsezza politica, della strategia della Lega.

Agli osservatori è infatti sempre stato chiaro che Salvini non fosse mai stato davvero convinto di mandare in porto il contratto di governo. Fin dai primi giorni che seguirono il 4 marzo, si pensò immediatamente che la soluzione migliore per la Lega fosse protrarre il più possibile tutte le decisioni dal Colle, per arrivare fuori tempo all’ipotesi del ritorno al voto. Questo avrebbe fatto sì che Pd e FI, con l’idea malsana e già sperimentata del voto utile, avrebbero ceduto quote in favore di Lega e M5S.

Stesso pensiero sul Movimento che, a differenza del carroccio, si sarebbe fatto convincere strada facendo, cadendo quindi nella tela di Salvini.

Dopo 58 giorni di stallo dunque, i due partiti concordano la nascita di una leadership Lega-5s, stoppando l’ipotesi di voto anticipato e governo tecnico fino a dicembre, annunciato dal Presidente Mattarella dopo il terzo giro di consultazioni non andato a buon fine

L’anomalia dunque sembra essersi compiuta anche se i sospetti di un fallimento programmato della nuova alleanza, non si sono mai arrestati. A dar forza all’idea che fosse tutto un bluff il documento siglato dai due partiti che fino alla versione definitiva non chiariscono i dubbi sulle manovre proposte e che, a sentire gli economisti, avrebbe causato una uscita in bilancio di 150 miliardi di Euro a fronte di un’entrata da 50 milioni.

Di Maio ed il movimento dal PresidenteMa come si potrebbe compiere una simile manovra? Uscendo dall’Europa che, anche per costituzione, ci impone il pareggio di bilancio. Ad avallare questa ipotesi, trapela la notizia della proposta di nomina di Paolo Savona al Ministero dell’Economia, da sempre, euroscettico.

Il contropiede su Mattarella dunque si compie grazie alla furba idea di Salvini di insistere sulla proposta di nominare un Ministro sgradito all’Europa e respinto già ufficiosamente dal Presidente.

Durante le prime ore della nascita del Governo Conte infatti, trapelarono già le voci di un veto all’economista su cui alla fine crollerà il contratto di Governo.

Il perché resta sempre uno: alla Lega conviene il voto anticipato ma non prima del nuovo anno. Questo infatti sarebbe il risultato perfetto. Il centrodestra unito volerebbe quasi al 50% dei consensi. Una campagna elettorale contro “il sistema” farebbe presa sulla gente, già mobilitata e giustamente incazzata, seppur, molto spesso inconsapevole sul vero mandante di questa nuova situazione d’emergenza.

Il movimento, lasciato solo sulla questione “impeachment” e solo su una futura campagna elettorale, capisce di essere stato fregato e rilancia con l’unica opzione possibile: riaprire il dialogo col Presidente e rimettere la Lega attorno al tavolo. Obiettivo: un governo politico per fermare il centrodestra e principalmente non restare con un pugno di mosche in mano.

La Lega adesso è contemporaneamente con tutti e contro tutti.

(qui l’articolo precedente)

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